Che giorno è tu non lo sai, mentre vai dove non puoi vedermi,
ovunque sei, sarai dentro i miei sogni ormai.
Muovo le ali, per non cadere di nuovo da solo nel vuoto,
per cominciare ad essere come avrei dovuto,
se solo avessi comunque davvero voluto, tutte le cose che vedo,
così nuove che a volte nemmeno ci credo ed ho paura
che un raggio di sole sciolga le ali di cera o abbagli la mia vista.
E ora non starmi a sentire, tanto guarda ho anche paura di farti capire,
sono bene o male soltanto parole,
come gocce che non cambiano il livello di un mare,
che non scende e non sale,
ma sotto qualcosa si muove e son tutte quelle parole che tornano,
nuove e più forti, in un giorno come tanti.
Muovo le ali di nuovo verso un posto nuovo,
muovo le ali verso un posto diverso;
dentro ai miei sogni ormai cosa c’è, cosa resta?
soltanto i mostri che ho nella testa.
Non era oro quel che brillava, non era eterno quel che restava,
non era amore quello che avevo,
eppure mi sembrava la sola cosa sicura che avessi,
ma mi sveglio lentamente, non può piovere sempre.
Nessuno ti dice mai niente
e qual’é veramente il problema, rimanere soli o cambiare sistema?
E se una cosa importante vale meno di zero
e una cazzata qualunque diventa un delirio,
io spingo e vado avanti, in questo giorno come tanti.
E allora tiro due righe sul conto…
sono stanco di scappare da quello che ho intorno,
perché ho bisogno di provare di nuovo da solo, a capire se cado,
come se avessi davvero vissuto.
Muovo le ali verso un posto nuovo,
muovo le ali verso un posto diverso.
(Tiro mancino)