La Grotta dei Callarelli è una delle tante grotte che si aprono a strapiombo sulle pareti rocciose della Valle dell’Orta.
La zona era stata visitata e descritta in un veloce excursus pubblicato nel Bollettino del Centro Camuno
di Studi Preistorici – vol.XVI, da Ezio Burri già nel 1977.
La cavità, di accesso disagevole a causa della fitta e selvaggia vegetazione che ne occulta l’entrata
ricoprendo la zona circostante, si apre con un ampio arco su una stretta cengia a 225 metri slm.
Come altre valli fluviali in Abruzzo, la Valle dell’Orta è stata abitata dall’uomo fin da tempi antichissimi
e pressoché frequentata e utilizzata costantemente fino ai giorni nostri.
L’ambiente, il clima, la presenza dell’acqua e conseguentemente di una ricca fauna, hanno reso possibile questa permanenza.
La Grotta dei Piccioni, più a monte, rivelatasi una delle scoperte più importanti sulla preistoria in Abruzzo,
ne è testimonianza: negli strati scavati sono stati rinvenuti reperti riconducibili ad epoche
che vanno dal neolitico all’età dei metalli, fino al medio evo.