Juvanum nasce come centro di culto legato alla transumanza, crocevia di sosta e ristoro
tra i paesi di Torricella Peligna, Palena, Montenerodomo e Bomba, nella direttrice che portava verso il mare Adriatico.
Su un pianoro ricco d'acqua sorgiva e, all’incrocio tra due tratturi che mettevano in comunicazione il territorio peligno con quello frentano,
sorgerà il santuario italico di Juvanum.
La presenza di una sorgente, presso la quale sostavano le greggi transumanti, fu determinante per la scelta del luogo ove edificare il santuario.
Nel corso o verso la fine del IV secolo a. C., la sommità della collina prospiciente la sorgente, fu cinta di mura poligonali (il “temenos” o recinto sacro).
Probabilmente all'inizio il temenos racchiudeva solo un’area sacra senza templi poi, tra il III secolo e la prima metà del II secolo a. C.,
in posizione centrale, venne costruito un tempio tetrastilo, forse dedicato ad Ercole, ed entro la metà del II secolo a. C.,
in sostituzione di questo, distrutto dal fuoco, forse durante la II guerra punica, ne fu edificato un altro ad esso parallelo.
Infine, sempre nello stesso secolo, lungo il pendio rivolto verso la sorgente, fu costruito un teatro con la cavea addossata alla collina.
La costruzione di quest'opera accentuò enormemente l’importanza del santuario, che veniva così a costituire non solo un centro religioso,
ma anche un importante centro amministrativo, sede di assemblee, specie nel periodo precedente alla guerra "sociale sociale".
Dopo la vittoria di Roma e l’elevazione della città al rango di municipium,
le attività commerciali si svilupperanno proprio grazie alla costruzione della città ai piedi dell’acropoli.