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Piero Favero | all galleries >> Bosnia & Montenegro "mission impossible" >> Bosnia gallery > Log-book diary text
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12-AUG-2006

Log-book diary text

11 giorni - 2700 km (media 55 km/h) - 12 confini per una "missione impossibile": trovare il sentiero ecologico del Biogradska, penetrare nelle gole del fiume Tara, vedere i Pellicani del lago Skadar, visitare il museo del misterioso popolo Illirico.
-Venerdì 11 agosto: c'è un incidente stradale nel tunnel del raccordo autostradale di Lubiana, complicata deviazione esterna; al confine con la Bosnia lunga coda di auto. La sera concerto dei Balkan Express all'Irish pub di Banja Luka. Dormo ospite del chitarrista Alexandar (membro di Couchsurfing.com).
-Sabato 12 agosto 2006: piove; in Bosnia un susseguirsi di curve lungo valli strette e selvagge. A Travnik la moschea verde-gialla. Sarajevo: sono sorpreso dalla piacevole atmosfera e dalla bella gente che passeggia, le ragazze hanno occhi particolari e affascinanti. Alcune con il chadar, molte moschee. Passo il ponte Latino dove fu assassinato l'Arciduca d'Austria. Dormo presso una camera dell'agenzia Ljubicica (parcheggio privato).
-Domenica 13 agosto: lunga tappa di trasferimento, il paesaggio non cambia. Esulto, convinto di avere passato il confine con il Montenegro e invece sono ancora in Serbia per un breve tratto (a 80 Km dal Kossovo). Piove a dirotto per tutto il tragitto. Piove anche sui bungalows dentro il parco naturale Biogradska.
-Lunedì 14 agosto: Obiettivo la foresta vergine, una delle tre rimaste in Europa. Mi alzo col sole. Oltre il lago c'è il delta del fiume Biogradska; non esiste segnaletica della via di 8 km che porta fino alla sorgente. Imbocco una falsa via a sinistra, è un torrente che non c'entra. Dopo ansiose ricerche tra i rami del delta, trovo finalmente il corso principale del fiume. Sono da solo e comincia a imbrunire, non mi avventuro oltre la porta della foresta vergine abitata da orsi e lupi. Trasferimento in auto al Durmitor, dormo a Zabljak grazie all'agenzia San Giorgio - 14 Euro in grande appartamento, in pratica una villa a disposizione.
-Martedì 15 agosto: Rafting del Tara - il programma di 1 giorno è troppo soft e "fuori" del canyon (prezzo caro!); meglio 2 o 3 giorni per vedere il canyon vero e proprio (140/200 Euro tutto compreso). A Curevac, raggiungibile in auto, bella vista sulla vallata... ma anche questo non è il vero canyon. A 3 Km dal centro di Zabljak il lago Nero su cui si specchia la schiena del monte Orso, bellissima sintesi del paese.
-Mercoledì 16 agosto: strada stretta in direzione di Savnik, imprecazioni per i macigni in mezzo all'asfalto. Il poco conosciuto e nascosto canyon di Komarnica (a 5 km dalla strada principale); dal ponte si guarda giù nella gola.
Lago Skadar: Petrovic mi porta in giro sul lago in barca a motore per 2 ore e mezza. Grandi ed eleganti aironi cinerini e tanti cormorani lungo il canale. Pellicani neanche l'ombra, vivono in zone protette e inacessibili dopo che avevano smesso di nidificare per alcuni anni (causa il contrabbando di petrolio lungo il cuore del lago). Non agibile la torretta di osservazione, dietro-front a visitare la riva opposta del lago dove Bud Spencer ha girato un film. Isoletta con prigione turca. Ulcinj - località turistica incredibilmente affollata, la spiegazione è la spiaggia di 12 Km e il branzino in ristorante a 25 Euro al Kg.
-Giovedì 17 agosto: il campo di nudisti di Ada Bojana entro il delta del fiume che segna il confine con l'Albania (la spiaggia è privata e in alta stagione conviene prenotare l'unico albergo - 24 Euro/persona). A Petrovac la fortezza veneziana è deturpata da lapidi e antenna a ricordo della guerra mondiale. L'isola di Sveti Stefan è visibile dall'alto della strada. Arrivo la sera tardi a Cetinje, non si trova da dormire. Zlatko, che lavora per Radio Cetinje, mi offre una semplice stanza a 8 Euro.
-Venerdì 18 agosto: a Cetinje mi precipito al Museo Nazionale alla ricerca di notizie sugli Illiri, il mio interesse nasce dal fatto che gli Illiri erano confinanti con una tribù balcanica di Veneti stanziati nella valle del Vardar in Macedonia. L'invasione Illirica dei Balcani (1300 avanti Cristo) potrebbe aver determinato lo spostamento dei Veneti dalla Macedonia verso la Paflagonia (Asia Minore) o a nord verso l'Alto Adriatico. Ma al museo c'è solo mezza stanza sui reperti pre-romani. Probabilmente c'è qualcosa di più al museo archeologico di Budva o di Cacak. Interessante invece il palazzo reale del re Nicola I Petrovic. Il vicino museo Biliardo è palloso. Nel giardino c'è un plastico 15x15 m delle montagne del Montenegro (ho realizzato che è momtagnoso all'80 %). Parco naturale di Lovcen - interminabile strada a precipizio con vista superba sulle bocche di Cattaro (Kotor).
-Sabato 19 agosto: Herceg Novi è una banale località turistica ma ci vuole un po' di riposo prima di affrontare il faticoso viaggio di ritorno. Forte Mare veneziano (trasformato in cinema ll'aperto) e fortezza spagnola.
-Domenica 20 agosto: sosta a Ragusa (Dubrovnik). Ho una strana sensazione perchè il protagonista del mio romanzo L'oro di San Marco (Ed. Programma 1994) fa una sosta proprio qui con la carovana di barche partite da Venezia. Tocco i 2000 Km, no problem ai confini: rientro in Bosnia e sfioro Medjugorie. A Mostar 38 gradi; la città mostra ancora le ferite della guerra, con molti scheletri di palazzi distrutti. Per far contenti i turisti i bosniaci si tuffano dal famoso ponte ricostruito nel 2004. Moschea di Mehmed Pasha, qui i musulmani sono meno stretti sul vestiario dei visitatori. Casa di un turco trasformata in museo (400 anni di dominazione turca nei balcani tocca accettarli con parte della storia d'Europa). Compleanno di Beti, la ragazza slovena che parla il serbo e mi fa gentilmente da interprete. Notte al Motel Plivsko jezero di Jajce, consigliabile perchè bello e nuovo e vista lago.
-Lunedì 21 agosto: andando verso nord torna la pioggia. A Bihac difficoltà a trovare il canyon del fiume Una (direzione Bosanska Krupa), mi limito a visitare la torre del Capitano e la disadorna moschea Fethya.
In conclusione, come dice la canzone salsera di Marc Anthony: Valió la pena...


Canon EOS 350D
1/250s f/11.0 at 30.0mm iso400 full exif

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