TRADIZIONI D'ABRUZZO: SPOLTORE, LO SCUCCHJO DI PASQUA
Il periodo pasquale, nel quale la fecondità delle galline ovaiole è più alta, ha influenzato la nascita di uno dei giochi più popolari e tradizionali della città di Spoltore: in dialetto, lo «Scucchio» o «Pizz’ e pizze, cule e cule». Il gioco si tramanda di nonno o di padre in figlio (i destinatari di questa tradizione sono soprattutto i piccoli). Nella mattina di Pasqua, i partecipanti, si ritrovano verso le 10 in piazza per la gara di scucchio. Essi, si alternano a due a due a colpire con il proprio uovo sodo quello dell’altro; prima con una punta (pizze) e poi con l’altra (cule). I colpi devono essere molto leggeri per trovare il lato debole dell’uovo dell’avversario. Vince l’uovo che non subisce lesioni dopo le due modalità di rottura e, il proprietario dell’uovo perdente, deve cederlo al vincitore. Terminata la gara, le uova rotte finiscono nel cesto dei vincitori, la cui soddisfazione maggiore non è il suo possesso, quanto l’aver conseguito la vittoria nel maggior numero di sfide. Per antichissima consuetudine, infatti, il bottino finisce in una specie di cestone collettivo che, nel pomeriggio di Pasqua viene messo a disposizione di tutti nella tradizionale festa che si svolge nella piazza anteriore al convento.
Questa tradizione molto singolare ha un riscontro solo in alcuni paesi balcanici.
The Easter period, in which the fertility of eggmakers hens is highest, has influenced the birth of one of the most popular and traditional games of town of Spoltore: in dialect called the "Scucchio” or “Pizz’ e culo”, “Culo e culo” . The game is passed down from father to son or (the ereds of this tradition are mainly childrens). On Easter morning, the participants gather around 10 a.m. in the square for the race. They take turns in pairs to hit with their eggs to the other, first with a tip size and then with the back size. The strikes are very light to find the opponent's weak side of the egg. Wins the egg that does not suffer injuries after the two failure modes, and the owner of the egg loser, must sell it to the winner. After the race, the broken eggs ends in the basket of winners whose greatest satisfaction is not his possession, as having achieved the victory in as many chal-lenges. By ancient custom, indeed, the eggs ends up in a kind of collective big basket which on the afternoon of Easter is made available to all the traditional festival held in the square before the convent. This tradition has a very unique response only in some Balkan countries.