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Giorgio Gregori | profile | all galleries >> Galleries >> Riflessioni tree view | thumbnails | slideshow

Riflessioni

Qualcuno forse resterà ingannato dal titolo , magari accederà alla galleria convinto di trovare immagini con superfici lucide di vario tipo che rispecchiano il soggetto principale.
Niente di tutto questo, per quanto non disdegni un'idea del genere
In questo spazio desidero creare un contenitore per esternare le mie considerazioni personali sul variegato mondo della fotografia ( e dei fotografi ).
Il tutto concepito come un succedersi ( non organizzato ) di vari capitoletti incentrati su argomenti disparati ma inerenti la fotografia.
Ad iniziare dal primo :

CHE COSA E' LA FOTOGRAFIA NATURALISTICA OGGI
Beninteso nella mia opinione
Mi risulta difficile una definizione. Un tempo , quando ho iniziato , quindi circa 20 anni fa ( non moltissimo cronologicamente, ma un'era geologica nel ricordo e considerando i cambiamenti avvenuti )tutto era ben delineato e categorizzato.
Il fotografo veniva accolto nella cerchia degli adepti ( il circolo fotografico ) ed iniziato ai misteri dell'arte dai sacerdoti, ovvero i fotografi con una certa anzianità di servizio , che dettavano le regole entro cui si sarebbe svolta una lenta e guidata crescita della nuova leva.
Contemporaneamente all'ingresso nel mondo della tecnica fotografica, ci si addentrava nell'universo parallelo della crescita naturalistica , basata sullo studio ( nè più nè meno, pena brutte figure coi sacerdoti )dei manuali consigliati , fra i quali il Peterson costituiva la tavola delle leggi per quanto riguardava gli uccelli.
Il percorso iniziatico era lento , e lenti erano i progressi , scanditi dalla approvazione o dalle critiche ( cortesi ma decise )dei più esperti , dei quali si accettava con poche riserve il giudizio.
Ci volevano anni per passare da puntiformi sfuocati ectoplasmici tentativi di immagini a vere fotografie che riscuotessero gradimento. Era una vera e propria gavetta, che aveva un pregio fra gli altri : per selezione naturale,eliminava per strada quei fotografi che non nutrissero una passione tale da rendere digeribili le inevitabili frustrazioni.
Pochi andavano avanti , ma quei pochi probabilmente avrebbero iniziato un sentiero molto lungo da percorrere.
Parallelamente alla lenta ma radicata crescita della competenza , cresceva pian piano anche l'attrezzatura : dagli esordi con quanto di più economico vi fosse ( magari il buon vecchio catadiottrico )si arrivava , dopo anni di dubbi e confronti , all'acquisto del teleobiettivo tanto desiderato.
E OGGI ?
Mi sembra che , così come assistiamo all'accellerazione della storia , è avvenuta una "accellerazione della fotografia " ,nel senso che col digitale tutto viene bruciato più in fretta .
Sento spesso fotonaturalisti che mostrano come primo acquisto non il " tubo di stufa " , ma il tele superluminoso ( e supercostoso ), e che in breve raggiungono un buon livello di immagine ,magari confrontandosie crescendo sul web , anche se...
Anche se spesso non distinguono un merlo da un pettirosso ,anche se spesso le fotografie si assomigliano tutte ( frutto di viaggi nei circuiti commerciali dell'immagine di natura ) , anche se nei capanni pochi restano in silenzio ( necessario non solo per rispettare gli altri , ma anche per godere i suoni della natura ), anche se i fondamentali di etica fotografica non sempre vengono rispettati. E potrei continuare.
Come in tutte le cose , vedo quindi luci ed ombre.
E' comunque positivo che aumenti il numero dei praticanti della foto naturalistica, pur sempre espressione di una più o meno consapevole appetenza verso il mondo che ci circonda. Occorre però che le regole base di questa piacevolissima attività siano rispettate da tutti.
Ma questo sembra un argomento già sentito da qualche parte ...

LA MACROFOTOGRAFIA

E' questo il settore della foto naturalistica di cui maggiormente sono innamorato. Un amore che nasce sia dal cuore che dalla mente.
Dal cuore perchè è meraviglioso immergersi nel microuniverso , scoprire mondi nascosti dentro altri mondi, gioire dell' infinita varietà di forme e colori che un'osservazione attenta di ciò che ci circonda sa offrirci.
La mente mi fa apprezzare altri aspetti di questa attività , il primo dei quali è quello che definisco la democraticità. Intendo dire che non occorre spendere un capitale per praticarla : anche un obiettivo di corredo, unito a lenti o tubi di prolunga , può fornire risultati soddisfacenti. Se poi ci si vuole proprio regalare un obiettivo macro, si possono trovare usati a prezzi più che ragionevoli.
Quindi il censo non è una limitazione.
Né è una limitazione la necessità di addossarsi l'onere di un viaggio ( con relativi costi ) per catturare un soggetto, come talvolta si usa fare per la foto aviaria.
Basta un metro quadrato di un qualsiasi incolto per divertirsi. Scaturisce da questo un grande senso di libertà : basta avere con sè l'attrezzatura, e praticamente qualsiasi luogo può diventare terreno di caccia. Tutto è più semplice, maneggevole, immediato, a portata di mano.
A patto che si sia raggiunta anche in questo campo la capacità di saper vedere. Occorre scrutare attentamente le foglie ( sotto e sopra ) , avere la costanza di guardare attentamente dentro le corolle dei fiori ( quante sorprese riservano ), cogliere le geometrie e le texture del piccolo mondo ai nostri piedi.
E' una continua sensibilizzazione all'apprezzamento delle forme, una gestalt che si affina lentamente e vi farà cogliere quella bella immagine che non viene neppure percepita dal passante distratto
Cielo nella palude
Cielo nella palude