Un quadro tra surrealismo e cubismo, più che una fotografia. Una bombetta magrittiana, librata in un cielo grigio su un viso tranciato obliquamente e diviso in due metà verticali, su due piani sfalsati e separati da un naso lineare che comincia dalla sommità di una bassa fronte arcuata. E due occhi che ci guardano, fatti solo di due grandi pupille fortemente diseguali: una nerissima e in primo piano, più ristretta come per fissarci con più intensità. E l'altra un po' sfocata sullo sfondo, dilatata come per riuscire a vedere meglio nell'ombra. La scomposizione-ricomposizione geometrica delle parti, le proporzioni alterate - tra la bombetta e il viso, tra le due metà del viso, tra le due pupille - e tutte le sfumature del bellissimo bicromatismo fanno di questa fotografia una meravigliosa astrazione.
quello che stupisce è come un muro schiacciato, senza profondità di campo, senza cielo e senz'aria possa aprirsi a modulare spazi multipli in modo che sembrino proiezioni esponenziali della finestra ad arco... con un senso classico della misura nutrito forse più di tardo-antico che di Rinascimento. E' quella misura introiettata che crea l'immagine, i dati esterni sono semplici strumenti. Comunque una foto così non sente alcun bisogno di relazionarsi a nulla, è piuttosto un manuale di armonia, o di astrazione. Forse, un teorema. Provate a cercare di dimenticare di averla vista.